venerdì 26 giugno 2009
VULNERABILE
Paura.Rabbia.Amore.Sono troppo ermetica.mi spiego meglio:paura di soffrire,paura che l'altro non ti ama quanto lo ami tu,paura che un giorno qualcosa possa cambiare.Rabbia,che deriva da una consapevolezza.La consapevolezza che sei nelle mani di quella persona,la consapevolezza che quella persona potebbe decidere,o anche senza rendersene conto,difarti grandi torti,o cambiarti.Questo innervosisce,eccome.Non sei più tu che dipendi da tu,ma sei tu che dipendi dall'altro,per ogni minima cosa.Amore:una cosa grande,causa di tutto ciò.Un'altra consapevolezza:la persona che ami è inimitabile.Nota bene:che oguno sia inimitabile è un fatto oggettivo,noltre "inimitabile"non è necessarimente sinonimo di "stupenda".Il problema problema sta nel fatto che l'amore ti porta ad esaltare quella persona,e dato che ognuno è inimitabile,tu lo esalti,a quel punto si che "inmitabile" diventa sinonimo di "stupendo",e si prova un desiderio incredibile di quella persona,ma non la senti mai abbastanza tua.
PLATONE: L'amore è desiderio d'assoluto,vorresti che il tuo amore non finisse mai,e che anche l'oggetto del tuo amore non finisse mai..
Eros è figlio di Povertà e Ricchezza,per questo è filosofo,perchè non ha l'oggetto del desiderio,ma lo cerca,l'amore è guerriero,combattivo,fa di tutto per ottenere l'oggetto del suo amore.
lunedì 27 aprile 2009
Testimonianza dall'Abruzzo
Lady
lunedì 9 marzo 2009
Donne

mercoledì 4 febbraio 2009
Lasciami Entrare
Freddo. Inizi a sentirlo fin dalla primissima inquadratura, fissa su innumerevoli, infiniti granelli bianchi che piovono da una metà del cielo buio, mentre dall'altra parte la scena è cancellata dalla notte. Poi entra nei nostri occhi un bambino pallido, i capelli di un oro schiarito, gli occhi innocenti e sofferenti, e attorno a lui un orizzonte bianco, ovattato e rarefatto, la città e le tenebre inghiottite dal candore immobile e mai così inquietante della neve che, compatta, divora nel silenzio le strade e la natura. Silenzio, solitudine, malinconia: a trasmetterle con potenza basta un'immagine, e già il film ti trascina via con sé. Freddo, ancora, come se ti penetrasse nelle ossa, mentre segui la vita faticosa e sfregiata del dodicenne Oskar, vessato dai bulli della scuola e schiacciato da una perenne paura e da un altrettanto costante desiderio di rivalsa, fremito di vendetta e rancore, che altro non è che il risultato di troppa violenza. Il bullismo, che ti fissa negli occhi e poi ti agguanta. Impotenza, frustrazione; bisogno di proteggersi anche dalla cecità degli adulti, divisi fra la futilità delle chiacchiere, le ceneri di un passato di lotte politiche ormai disgregate dalla rassegnazione, e il tentativo di annegare il loro nulla nell'alcool. E l’incomprensione dei genitori, di una madre che quasi non vede e un padre che non vede lui, un padre in e con cui cerca inutilmente momenti di respiro. Ma ecco che, inaspettata e misteriosa, sopraggiunge nella soffocante e fredda vita di Oscar un'anima a lui affine, cangiante, sfuggente ed inquietante; Eli, nuova vicina di casa e sua (apparente) coetanea, una ragazzina che gli compare davanti all'improvviso, che non sfugge il suo sguardo, che rivela capacità fuori dal comune, e che, occhi negli occhi, gli si avvicina, si confida con lui, lo incita a ribellarsi, gli stringe la mano, gli dà fiducia. Eli è un'ombra anomala (e non anonima) come Oskar, ma Eli non è del tutto umana, Eli non è né maschio né femmina, Eli veste abiti troppo leggeri perchè il freddo non la carpisca, Eli va in giro a piedi nudi, vive con un vecchio che la asseconda e cerca di proteggerla, Eli a volte ha fame e una luce strana le illumina lo sguardo. Eli è un vampiro che vuole vivere, e per farlo deve uccidere; non ha scappatoie, non può trattenersi, la sua vita si fa lunga e buia sopravvivenza presa a morsi, imbrattata di sangue, che disprezza ma che rincorre. Non può entrare in una casa senza il permesso ma per Oskar lo fa rischiando la morte, non può mangiare altro che sangue ma per Oskar inghiotte una caramella. Oskar ed Eli si innamorano, e i loro abbracci, i loro sguardi, le loro dita che si sfiorano timidamente sono una scintilla di calore nel bel mezzo di un mondo scarno, gelido, solitario e spaventoso, che fa più paura di quanto potrebbe farne un vampiro assetato di sangue. Perchè l'intelligenza di questo horror è di non lasciarsi sedurre da quelle che sono, appunto, le convenzioni di un horror normale: le impennate di volume, i colpi di scena spinti fino all’inverosimile, e poi il sangue a fiotti, le urla disumane, i brandelli di carne. No, "Lasciami Entrare" evita volutamente tutti questi trabocchetti e colpi bassi allo spettatore/trice, lasciando fuori scena, appannate o sott'acqua, le immagini più crude, mostrando il tutore di Eli all'opera non come una creatura delle tenebre assassina e folle ma come un medico povero, mediocre e sfinito. E tutto questo perchè consapevole, che non è il mostro che spaventa davvero, che non è il sangue che ferisce e scombussola: chi è il mostro, la solitaria e gracile Eli o il bullo che tortura un bambino? Qual è la violenza più gratuita, quella del vampiro che da sempre ci terrorizza o quella di un ragazzino crudele e lasciato a sé stesso? E alla fine rimane un interrogativo, dopo un sorriso scambiato tra corpi dilaniati e i singhiozzi sordi dell'unico sopravvissuto, mentre la violenza sembra, in modo apparente ed inquietante, l'unica àncora. Rimane un interrogativo, nell’ultima inquadratura dentro un vagone vuoto e una fuga in cerca di salvezza. Che ne sarà di loro? "Lasciami entrare" ti fa provare l’orrore vero, che non è quello di un vampiro (il diverso che Oskar scopre simile, il 'cattivo' capace di salvarlo), bensì la violenza gratuita e insensata del bullismo, l’indifferenza e l’incomprensione degli adulti ormai schiacciati nel silenzio e nell’ebbrezza. E si distacca totalmente dai patinati e standardizzati VAMPiri hollywoodiani; ed è disturbante, turba ed inquieta, ti fa sentire il freddo e il dolore senza trucchetti sadici. E per questo non potrebbe essere migliore. Un gioiello,da amare e proteggere. mercoledì 28 gennaio 2009
la Ballata della Sanguisuga!

lunedì 26 gennaio 2009
AurOra sOgna..

[subsOnIca]
domenica 25 gennaio 2009
Testamento di un buffone
Nebbia che affonda giorni e solidarietà
Ci dicon son precarie nuvole e utopia
Ma là nella metropoli sprofonda la realtà
Senza filtri nelle strade passeggia il buffone
Non correte!non scappate via
Un giorno non può vivere senza la sua utopia
Non correte, non scappate via
Nel nulla del benessere svendete la vostra viltà
Tra voli disperati di fantasmi e falsi giorni
Svegliatevi pagliacci prima o poi
Come farete senza sogni
Certo un buffone non sarà di compagnia
Ma nelle poltrone armate di menefreghismo
Striscia un canto vuoto d'idee senza identità
Dicon "Non sarà poi male un po' di opportunismo"
il cielo su di..ROMA!
per la tua saliva..

... per le tue mani ...
per il mio tempo che nei tuoi occhi è imprigionato
per l'innocenza che cade sempre e solo a lato per i sussuri mischiati con le nostre grida ...
... ed i silenzi ...
per il tuo amore che è in tutto ciò che gira intorno acquista un senso
questa città e il suo movimento fatto di vite vissute piano sullo sfondo
Un altro giorno un'altra ora ed un momento
dentro l'aria sporca il tuo sorriso controvento
il cielo su di Roma sembra muoversi al tuo fianco tu sei come me
Per questa rabbia che in punta al mio palato sfiora
la nudità della tua intelligenza
e ancora
per il tuo corpo altare ed unica dimora
... ti sto cercando ...
per ritrovare tutto il possibile del mondo ora e dovunque per spingere sempre più a fondo senza pensare
senza timori nè domani tra queste mani
il cielo su di Roma sembra ridere al tuo fianco
tu sei come me
tu.
[SubsonicA)